Pressione sanguigna, meglio misurarla su entrambe la braccia
Uno studio del Peninsula College of Medicine and Dentistry dell'università di Exeter (Inghilterra) pubblicato su The Lancet, sostiene che una differenza significativa tra i valori pressori rilevati nelle due braccia rappresenta un segnale di allarme di possibili malattie vascolari.
I ricercatori britannici hanno riesaminato - e analizzato - i dati di 28 studi precedenti, nel corso dei quali erano state registrate differenze pressorie tra il braccio destro e quello sinistro dei volontari e la conclusione a cui sono giunti è che è sufficiente una variazione di 10 millimetri di mercurio nella pressione dei due arti per ritenere un paziente a rischio di malattia vascolare periferica (Pvd) asintomatica.
Questo tipo di patologia si riferisce all'ostruzione, parziale o totale, dei vasi sanguigni che irrorano sia le gambe che le braccia.
Se, invece, lo scarto tra i valori rilevati supera i 15 millimetri di mercurio, l'interpretazione è quella di un sensibile aumento del rischio di malattie cerebro-vascolari, una crescita del 70% della mortalità per patologie cardiache e del 60% del rischio di morte.
Secondo gli scienziati, una diagnosi precoce della Pvd è molto importante, poiché può evitare ai pazienti future patologie ben più gravi.
Calcolare lo scarto di pressione tra le due braccia di un paziente, utilizzando un tradizionale sfigmomanometro, è un'operazione semplice che può consentire di porre rimedio velocemente alla situazione, invitandolo a smettere di fumare o sottoponendolo a terapie farmacologiche per abbassare la pressione arteriosa.
Quanto è stato scoperto dovrebbe rendere la misurazione brachiale bilaterale della pressione un esame di routine da inserire nei protocolli sanitari rivolti all'ipertensione, divenendo anche un vero e proprio metodo di screening della malattia vascolare periferica.
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